Francesco Cabras recuerda a Guillermo Anderson

Hasta ahora tengo sólo dos anécdotas que dar de dos personas que conocieron a Guillermo Anderson y una de ellas es el actor italiano Francesco Cabras, que me contó que fue a Honduras para buscar alguna historia por contar y poder fotografiar. Y se encontró con su amigo Massimiliano Urso, manager de Guillermo Anderson. Acá va su anécdota en italiano.

«Ho conosciuto Guillermo Anderson nel 1995. Ero andato in Honduras per cercare storie da raccontare e fotografare e per trovare il mio caro amico Massimiliano Urso. Lui quasi subito dovette partire non ricordo se in tour o in Italia dove ha parte della famiglia. Per aiutarmi, oltre ad accogliermi nella sua casa, mi lasciò una mappatura di consigli e contatti cui potessi fare riferimento nell’approccio a un paese dove sarei tornato e che avrebbe lasciato più di un segno nella mia vita. Massimiliano era stato il leader dei Khaos, storica band centroamericana di hard rock della prima metà degli anni ottanta, dall’Italia si sarebbe trasferito definitivamente a San Pedro Sula continuando il suo lavoro di produttore e musicista».

Francesco dijo que en esa época, no era fácil encontrar en el país a alguien que se interesara en cuestiones ecológicas o que conociera los derechos de los pueblos indígenas, entre los pocos que si demostraban ese interés era Max, que aún no conocía a Guillermo, según cuenta Francesco, y la otra persona era Guillermo Anderson.

«All’epoca in Honduras non era facile trovare personalità interessate a questioni ecologiche o connesse ai diritti dei popoli indigeni, Massimiliano era tra questi, a sua volta aveva sentito molto parlare di un altro musicista, tecnicamente più legato alla tradizione, che cantava di natura e animali veicolando il suo messaggio anche ai bambini, ma i due non si erano mai incontrati. Mi consigliò di cercarlo e così feci. Una mattina giunto a La Ceiba bussai in casa di Guillermo. Ricordo all’inizio una prima, comprensibile circospezione da parte sua, probabilmente perché l’Honduras veniva spesso visitato da figure a metà tra il cooperante internazionale e il giornalista, alla ricerca di un’esperienza ‘esotica’ o dell’affermazione più o meno inconsapevole delle proprie virtù assistenziali.  Iniziammo a parlare e l’atmosfera si sciolse ben presto. Ciò che mi fu immediatamente chiaro di lui era la sincerità delle sue parole: l’amore espresso dalle sue canzoni per gli esseri umani e la natura corrispondeva al sentito del suo cuore e della sua testa».

En su anécdota, Francesco afirmó que Guillermo era un Artista.

«Guillermo Anderson era un artista, nell’accezione più alta e semplice della parola. Non c’era contraffazione. Col tempo ebbi modo di conoscere meglio il suo mondo poetico e mi resi conto che quel cantautore aveva in sé gli enzimi percussivi e tribali propri del meticciato honduregno: un amalgama unico e fecondo che rendeva la sua musica energeticamente incontenibile. Anderson era un vero Catracho dunque, ebbi modo di imparare anche questo termine che descrive efficacemente l’identità profonda honduregna. Ma la sua peculiarità era quella di aver fatto evolvere nella sua musica anche tutta la scuola dei maestri latinoamericani, dal Messico all’Argentina, fino al cantautorato classico della scuola francese europea e del pop anglosassone. Proprio in quest’ultimo territorio probabilmente avvenne l’incontro artistico e umano con Max Urso che sarebbe diventato il suo più significativo partner musicale sino alla sua scomparsa».

Después de ese encuentro, Francesco participó en la producción del nuevo disco de Guillermo realizando la portada. Termina su anécdota expresando su orgullo de haber podido encontrar en su vida y haber tenido como amigo de Guillermo Anderson.

«L’anno successivo al mio primo viaggio in Honduras partecipai alla produzione del nuovo disco di Guillermo realizzando anche la copertina. Negli anni ci siamo sentiti o visti molto raramente ma mi ritengo privilegiato e anche piuttosto orgoglioso di averlo potuto incrociare nella mia vita e di aver avuto un piccolo ruolo nella collaborazione artistica e nell’amicizia che sarebbe nata tra un mio vecchio amico e un nuovo amico».

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